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Padre Ezio Casella: la liturgia è uno dei due “nutrimenti della Chiesa” (l’altro è la Parola)

La mattina del Mercoledì della Settimana Santa, da quando nella nostra diocesi la Messa del Crisma non si svolge più il Giovedì, vede sempre la Basilica Cattedrale in preda a preparativi febbrili. Quest’anno si è deciso di ritagliare, all’interno del trambusto che precede la festa solenne del sacerdozio, un momento di riflessione e di approfondimento destinato a tutti coloro che di lì a poche ore avrebbero svolto un ministero nella celebrazione. E proprio dal concetto di ministero ha preso le mosse la catechesi sulle liturgie del Triduo pasquale che padre Ezio Casella OFM, frate presso il santuario di Fonte Colombo nonché professore di liturgia e teologia sacramentaria alla Pontificia Università Antonianum di Roma e all’Istituto Teologico di Assisi, ha tenuto nel coro d’inverno di Santa Maria. Presentando la liturgia come uno dei due “nutrimenti della Chiesa” (l’altro è la Parola), il francescano ha esortato tutti coloro che avrebbero preso parte con un ruolo attivo alla messa del pomeriggio a essere consapevoli della loro responsabilità nell’aiutare l’assemblea, che nel suo insieme è il soggetto celebrante, a partecipare ai divini misteri. Tutti quanti, da chi presiede a chi cura l’animazione musicale a chi serve all’altare, devono assolvere con zelo e competenza il loro compito al fine di favorire il coinvolgimento pieno di tutti i fedeli, senza indulgere a un vuoto ritualismo. Un’esortazione tanto più pressante alla vigilia del Triduo della Passione e Morte del Signore, che “splende al vertice di tutto l’anno liturgico” e che introduce al “letissimo spazio” della cinquantina pasquale. Oltre ai ministranti e ai diaconi impegnati nella Messa crismale, hanno seguito la catechesi il vescovo Domenico, il direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano don Fabrizio Borrello, il maestro delle celebrazioni liturgiche vescovili don Emmanuele Dell’Uomo D’Arme e il maestro direttore del coro diocesano Barbara Fornara.