L’assemblea eucaristica

L’esperienza del peccato indebolisce la comunione ecclesiale. Il peccato è appartarsi: chi non va all’assemblea nel giorno del Signore è già in preda alla superbia. Dovremmo riunirci in assemblea più di frequente. Ignazio di Antiochia nella lettera agli Efesini dice che quando i fratelli si riuniscono le forze di Satana vengono abbattute e il suo flagello si dissolve nella concordia della loro fede. Noi siamo come i vasi comunicanti: quando cala la fede in uno di noi scende il livello anche negli altri. Perciò la riconciliazione deve essere sempre non solo con Dio ma anche con la Chiesa. Essa è costituita prima di tutto dall’intero popolo di Dio. Ciascuno di noi non è soltanto un ricettore passivo dell’Eucaristia, ma deve essere lui stesso un sacramento attivo. Partecipiamo così alla costituzione di quel grande segno sacramentale che è la Chiesa, rivelando con la nostra vita il volto di Dio, il suo amore. Come in Cristo c’è l’elemento visibile nella sua umanità che manifesta e rende presente la realtà divina della sua persona, così nella Chiesa si trova un primo elemento visibile che è la realtà di un popolo: un insieme di persone che credono, sono battezzate e si riuniscono in assemblea. È la Chiesa–comunità. Dentro questo aspetto e inseparabile da esso c’è l’elemento invisibile e divino della Chiesa–comunione, che consiste nell’intima unione che unisce e deve unire sempre più profondamente i membri di questo popolo tra di loro e con Cristo risorto, facendone il suo corpo. Questa comunione non è frutto di amicizia, simpatia o affinità naturale, ma è dono dello Spirito Santo, frutto maturo della Pasqua di risurrezione. Noi cristiani dovremmo somigliare alle frecce riposte nella faretra della Chiesa, pronte a lasciarsi scagliare dallo Spirito verso una nuova Pentecoste che faccia un rogo solo dei nostri orgogli e ci trasformi finalmente in autentica assemblea eucaristica, allo stesso modo in cui pane e vino diventano corpo e sangue di Cristo.

Articolo originariamente pubblicato sul numero 16 del settimanale diocesano «Frontiera». Lo si può acquistare nelle edicole della città dal 30 aprile.

(Foto di Norbert Staudt da Pixabay)

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