Riscopriamo la Liturgia delle Ore

Con 44 slide si propone, in questo sussidio preparato dall’Ufficio Liturgico della Diocesi di Rieti, un invito ad approfondire la Liturgia delle Ore per coloro che già sono abituati a questo meraviglioso ritmo di preghiera proposto dalla Chiesa, che potremmo definire un “modo giornaliero di celebrare il Mistero pasquale”, ma anche il suggerimento ad iniziare per chi ancora non la conosce. Forse in questo periodo abbiamo anche più tempo da dedicare alla preghiera nelle nostre Case, piccole chiese domestiche.

Il Concilio Vaticano II ha riscoperto la Liturgia delle Ore come preghiera della Chiesa, di ogni battezzato e non solo dei monaci o dei preti. Ricordiamo che nei Promessi Sposi Alessandro Manzoni parla di don Abbondio che leggeva il suo breviario. Il “breviario” o meglio la Liturgia delle Ore va invece restituita al popolo di Dio, come era nei primi secoli.

Nel suo aspetto immediato di esperienza la preghiera appare come una realtà umana: sgorga dal cuore e trova espressione sulle labbra. Di fatto essa è prima ancora una realtà divina che irrompe nella nostra vita. Richiede anzitutto ascolto della Parola di Dio. La preghiera è un dono portato in mezzo a noi con l’incarnazione del Verbo. Così afferma la Costituzione sulla Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium al n. 83: «Il sommo Sacerdote della nuova ed eterna Alleanza, Gesù Cristo, prendendo la natura umana, ha introdotto in questo esilio terrestre quell’inno che viene eternamente cantato nelle sedi celesti. Egli unisce a sé tutta l’umanità, e se l’associa nell’elevare questo divino canto di lode».

Due momenti di preghiera: le Lodi all’inizio della giornata e i Vespri alla sera sono definite il duplice cardine della preghiera quotidiana. Quanto è importante iniziare e concludere la giornata con la preghiera. La nostra vita è come un mulino che macina: se ci mettiamo grano buono viene una farina buona. La preghiera è quindi questo pane quotidiano con cui possiamo nutrirci, riscoprendo, soprattutto in questo tempo di prova, la presenza del Signore nella sua parola per dirgli, come il giovane Samuele: «Parla Signore che il tuo servo ti ascolta» (1Sam 3,10).